10 giugno 1944, ore 9.15: “una pioggia di bombe” ferisce al cuore la città

1.- 10 giugno 1944: Trieste dopo l’incursione aerea

Ieri, 10 giugno, ricorrevano i settantasei anni dal bombardamento alleato più devastante che colpì il cuore di Trieste durante la Seconda guerra mondiale. Fu il primo dopo quattro anni di conflitto in cui la città era rimasta pressoché indenne dalle incursioni aeree: ne seguirono diversi altri, oltre dieci nel 1944 e tre l’anno seguente.

2.- Rovine successive al bombardamento del 10 giugno 1944
3.- La chiesa di Santa Maria delle Grazie di via Rossetti, danneggiata dal bombardamento del 10 giugno 1944, in un’immagine degli inizi di luglio
4.- Rovine successive al bombardamento del 10 giugno 1944

In quel giorno di primavera inoltrata cento fortezze volanti di fabbricazione statunitense, scortate da una squadriglia di caccia, arrivarono dal mare e scaricarono i loro ordigni da 4.000 metri di altezza distruggendo oltre cento edifici e danneggiandone altri trecento. Circa quattromila furono i sinistrati, più di quattrocentocinquanta le vittime contestuali e oltre mille i feriti.

5.- Incendio alla raffineria Esso-Standard di San Sabba causato dal bombardamento appena subito. La fotografia fu scattata da Muggia

Molti di più, però, avrebbero potuto essere i decessi se non fossero stati predisposti in tempo e in maniera adeguata rifugi e gallerie per proteggere la popolazione come anche strutture e impianti di allarme all’avanguardia.

6.- L’incendio della nave “Stockholm” nel vallone di Muggia. La data riportata sul verso della fotografia, 4 luglio 1944, anticiperebbe di due giorni quella di altre fonti che attribuiscono il bombardamento dell’imbarcazione - assieme al piroscafo “Duilio” - alla giornata del 6 luglio o addirittura a quella del 10 settembre.

Verso le 9.00 del mattino Trieste entrò in stato di allerta e circa dalle 9.15 in poi si susseguirono quattro ondate di bombardamenti durante le quali furono sganciate sulla città trecento bombe – anche del tipo incendiario – e forse più: l’attacco durò un’ora e poco dopo le 11.30 fu posta fine all’emergenza.

A quanto pare la contraerea tedesca si oppose debolmente e senza convinzione.
Furono colpiti punti nevralgici – snodi ferroviari, impianti del porto e industriali – la testata del molo Audace, la Fabbrica Macchine di Sant’Andrea, il Cantiere San Marco, l’Ilva, la Raffineria Aquila e i serbatoi della Esso-Standard, il Pastificio Triestino, l’Oleificio Gaslini, la fabbrica di cordami Bignami e altre piccole industrie, lo Scalo Legnami e non vennero risparmiate abitazioni di civili nei rioni di San Giacomo e di Montebello, in via Timeus, via San Francesco, via Rossetti, nella zona tra piazza Foraggi e largo Mioni, a Chiarbola e a Campi Elisi. Venne pure affondata la nave della Croce Rossa “Innsbruck” attraccata alla Stazione Marittima.

7.- 10 settembre 1944: fotografia scattata subito dopo l’incursione aerea, tra le ore 12.15 e le 12.30
8.- 10 settembre 1944, ore 11.32: fotografia eseguita da via Cordaroli
9.- Fotografia scattata il 10 settembre 1944 da via Cordaroli e relativa al secondo raid aereo, quello delle ore 11.45 circa

Probabilmente calcoli approssimativi ed errori dei piloti determinarono lo sganciamento di diverse bombe anche su bersagli estranei a quelli che avrebbero dovuto essere i veri obiettivi dell’incursione aerea: ciò spiegherebbe la distruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie in via Rossetti sita proprio nelle vicinanze della Villa Modiano dimora del Supremo Commissario del Litorale Adriatico, Friedrich Rainer. Come pure le bombe cadute in via San Francesco avrebbero forse dovuto colpire fabbricati occupati dai Tedeschi, quali il Palazzo di Giustizia o l’edificio di piazza Oberdan sede del Comando delle SS.

10.- Fotografia scattata il giorno successivo al bombardamento del 23 ottobre 1944
11.- Fotografia scattata il 24 ottobre 1944
12.- Fotografia scattata il 24 ottobre 1944

Certamente Diego de Henriquez avrebbe approvato la decisione di ricordare quella tragica “pioggia di bombe”, che tanta sofferenza inflisse alla cittadinanza, con una serie di immagini dell’archivio scattate dall’attento obiettivo di diversi osservatori locali nell’indimenticabile data del 10 giugno 1944, ma anche in occasione di successive incursioni.

13.- 24 ottobre 1944. Alcune persone si aggirano tra le macerie delle case bombardate il giorno prima
14.- Fotografia eseguita il 24 ottobre 1944
15.- Fotografia scattata il giorno successivo all’incursione aerea del 23 ottobre 1944. È in servizio un mezzo dell’U.N.P.A., l’Unione Nazionale Protezione Antiaerea
16.- Fotografia realizzata il 26 ottobre 1944. Il prof. Silvio Rutteri si trova in via Besenghi 2 davanti alla Villa Basevi, sede del Museo di Storia Patria, danneggiata dal bombardamento di tre giorni prima
17.- Incursione aerea del 7 febbraio 1945: diciotto minuti dopo il raid sono ancora ben visibili gli effetti del bombardamento. Si notano, in particolare, le colonne di fumo degli incendi scoppiati in via Valdirivo e presso la Posta Centrale
18.- Fotografia realizzata due ore dopo l’incursione aerea del 7 febbraio 1945. Vi è raffigurata una casa danneggiata dalle bombe, sita sotto all’ex chiesa degli Armeni. Dalle macerie, presso l’angolo superiore destro, i pompieri riuscirono a estrarre una donna ancora viva
19.- Fotografia scattata l’8 febbraio 1945 in via Hermet mentre si stanno recuperando suppellettili da una casa sinistrata dal bombardamento del giorno prima
20.- Effetti del bombardamento del 17 febbraio 1945 sul Cantiere San Marco
21.- Il Cantiere San Marco poco dopo l’incursione del 17 febbraio 1945
22.- Fotografia eseguita al Cantiere San Marco il 17 febbraio 1945, circa un’ora e trenta dopo l’incursione aerea
23.- Fotografia realizzata al Cantiere San Marco poco dopo l’incursione del 17 febbraio 1945
24.- Via del Lloyd: fotografia del 18 febbraio 1945
25.- Incursione aerea a Trieste del 20 febbraio 1945
25.- Incursione aerea a Trieste del 20 febbraio 1945
26.- Indicazione delle bombe cadute sulla Fabbrica Macchine-Fonderia di S. Andrea, con nota manoscritta di Diego de Henriquez
27.- Cantiere S. Marco: gli ordigni caduti durante i bombardamenti del 10 giugno 1944 e del 17 e 20 febbraio 1945
28.- Cantieri Riuniti dell’Adriatico-Cantiere S. Rocco. I luoghi dove caddero le bombe durante i bombardamenti del 7 e del 20 febbraio 1945

Contenuti

Notizie

Condividi

Civico Museo della Guerra per la Pace
Diego de Henriquez