Gli occhi della guerra

Trieste, a 30 anni dalla morte di Almerigo Grilz la mostra “Gli occhi della guerra” – realizzata con il contributo del Comune di Trieste –  ricorda il primo giornalista italiano caduto dopo il Secondo conflitto mondiale.
Un’esposizione fotografica unica in Italia con immagini in prima linea dal 1982 al 2017,  dalle guerre di ieri ai conflitti di oggi in Libia, Siria e Iraq.

Venerdì 19 maggio si apre al Civico Museo “Diego de Henriquez” di Trieste, in via Cumano 22, la mostra “Gli Occhi della Guerra” in memoria di Almerigo Grilz, primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dalla fine del Secondo conflitto mondiale. Trent’anni fa, il 19 maggio 1987, Almerigo Grilz moriva a Caia (Mozambico) colpito da un proiettile alla nuca mentre filmava uno scontro a fuoco tra i soldati governativi e i ribelli della Renamo.
All’inaugurazione, prevista alle 18.30, sarà presente l’Assessore alla Cultura del Comune di Trieste Giorgio Rossi.
La mostra “Gli occhi della guerra”, oltre alle foto scattate da Almerigo nel corso della sua breve, ma intensa attività in Afghanistan, Etiopia, Filippine Mozambico, Iran, Cambogia e Birmania, comprende quelle realizzate dopo la sua morte dai suoi amici e compagni d’avventura Fausto Biloslavo e Gian Micalessin. Un’esposizione unica in Italia, e completamente rinnovata, con novanta pannelli su 35 anni di reportage dall’invasione israeliana del Libano nel 1982 fino al caos della Libia, la terribile guerra in Siria e la sanguinosa battaglia di Mosul. La mostra fotografica è stata inserita nel percorso museale della collezione “Diego de Henriquez” e rimarrà aperta fino al 3 luglio seguendo l’orario del Museo: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 10-17; sabato e domenica 10-19; chiuso il martedì.
Accanto alle foto scorrono i video servizi dei reportage di oggi sui paesi senza pace come Afghanistan, Siria, Libia, Iraq assieme al documentario “L’Albero di Almerigo” che racconta la ricerca e il ritrovamento in Mozambico dell’albero sotto cui riposa Almerigo Grilz. Dell’esposizione fa parte anche una selezione delle pagine più significative delle agende che Almerigo Grilz utilizzava per annotare con precisione ogni momento dei suoi reportage corredando il tutto con disegni e mappe dettagliate. La futura vocazione e la passione del giornalista emerge pure dalle pagine dei “Diari del giovane Grilz” in cui un Almerigo adolescente disegnava scene di battaglie storiche e descriveva gli avvenimenti della sua Trieste. Il pubblico potrà sfogliare anche le bozze del fumetto “Almerigo Grilz – avventura di una vita al fronte”, dalla passione politica al giornalismo, che verrà pubblicato a settembre.
Un percorso nella memoria di un giornalista poco ricordato dai media, che non a caso Toni Capuozzo, autore di una puntata del settimanale tv “Terra!” dedicata a Grilz ha definito l’ “inviato ignoto”.
La mostra “Gli occhi della guerra” vuole essere anche un tributo ai reportage in prima linea, in un periodo di media in crisi e un omaggio non solo a Grilz, ma a tutti i giornalisti che hanno perso la vita sul fronte dell’informazione per raccontare le tragedie dei conflitti. Al pubblico basterà osservare alcune immagini, come i soldati bambini fotografati da Almerigo in Mozambico oppure i civili in fuga da Mosul per capire quanto siamo fortunati a vivere in pace.
La mostra è stata realizzata da Fausto Biloslavo e Gian Micalessin con il contributo del Comune di Trieste. Gli autori firmano, assieme ad Almerigo Grilz, il catalogo Gli occhi della guerra.

L’accesso alla mostra è compreso nel costo del biglietto di ingresso al Museo.

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